Quel fascino per la camicia nera che cresce nel mondo del calcio

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albertojuventino
view post Posted on 2/10/2008, 15:25




L'outing di Christian Abbiati, portiere del Milan fascista nel privato e ora anche in pubblico, ha allargato praterie di potenziali rivelazioni nel mondo del calcio italiano, da sempre silenziosamente a destra. Quelle parole rimbalzate in tutta Europa - "del fascismo condivido ideali come la patria, i valori della religione cattolica e la capacità di assicurare l'ordine" - sono sottoscritte, oggi, da una crescente platea di calciatori e dirigenti italiani.
La forza delle frasi rivelatrici di un portiere che è abituale frequentatore dei leader di Cuore nero, succursale dell'estremismo nero milanese e luogo di riferimento per gli ultrà dell'Inter, più che nell'indicare il solito revisionismo pret a' porter italiano che vuole un fascismo buono prima del '38 ("rifiuto le leggi razziali, l'alleanza con Hitler e l'ingresso in guerra", ha detto Abbiati) segnala come anche i calciatori, notoriamente pavidi nelle dichiarazioni, oggi comprendono che queste "verità" si possono finalmente dire: il vento del 2008 non le rende più pericolose per le loro carriere.

Sono diversi i campioni italiani che indossano numeri sinistri e sventolano effigi del Ventennio per poi giustificarsi: "Non lo sapevo". Il portiere Gianluigi Buffon, figlio di famiglia cattolica e impegnata, è stato sorpreso in quattro atti scabrosi. La maglia con il numero 88 che rimandava al funesto "Heil Hitler" segnalata dalla comunità ebraica romana, poi la canottiera vergata di suo pugno con il "Boia chi molla". Nel 2006, durante le feste al Circo Massimo per la vittoria del mondiale, si schierò - mani larghe su una balaustra - davanti allo striscione "Fieri di essere italiani", croce celtica in basso a destra. E i suoi tifosi, gli Arditi della Juventus, un mese fa a Bratislava gli hanno ritmato "Camerata Buffon" ottenendo dal portiere un naturale saluto. Quattro indizi, a questo punto, somigliano a una prova.

E' da annoverare tra i fascisti per caso il Fabio Cannavaro capitano della nazionale che a Madrid sventolò un tricolore con un fascio littorio al centro: "Non sono un nostalgico, ma non sono di sinistra", giura adesso. Nel 1997, però, pubblicizzò in radio le prime colonie estive Evita Peron, campi per adolescenti gestiti dalla destra radicale. Il suo procuratore, Gaetano Fedele, assicura: "Un calciatore può essere strumentalizzato inconsapevolmente".

Nella capitale si sta consumando un pericoloso contagio tra la curva della Roma, egemonizzata dalla destra neofascista, e i giovani calciatori romani. Daniele De Rossi, capitan futuro destinato a sostituire Totti, è un simpatizzante di Forza Nuova. E l'altro romanista da nazionale, Alberto Aquilani, colleziona busti del duce - li regala uno zio - mostrando opinioni chiare sugli immigrati in Italia: "Sono solo un problema".

Molti portieri la pensano come Abbiati, poi. L'ex Stefano Tacconi fu coordinatore per la Lombardia del Nuovo Msi-Destra nazionale ed è stato condannato per aver usato tesserini contraffatti giratigli dal faccendiere nero Riccardo Sindoca. Matteo Sereni, figlio della destrissima scuola Lazio, oggi che è portiere del Torino continua a dormire con il busto di Mussolini sulla testiera del letto.

Il problema è che i calciatori navigano dentro un mare di ipocrisia che consente di tenere "Faccetta nera" nella suoneria del cellulare senza provare sensi di colpa. Questione di maestri. L'ex allenatore della Lazio Papadopulo non si è mai preoccupato delle svastiche in curva "perché in campo non vedo oltre la traversa". Spiega Gianluca Falsini, difensore oggi al Padova: "Giocatori di sinistra ce ne sono pochi e la nostalgia per il Ventennio ti viene per colpa dei politici contemporanei". Già. Nel campionato 2007-2008 in campo sono raddoppiati gli episodi di razzismo: sono stati sei. Mario Balotelli, stella emergente dell'Inter, italiano di origini ghanesi, così racconta l'ultima partita contro la Primavera dell'Ascoli: "Dall'inizio alla fine mi hanno detto: "Non esistono neri italiani". Era lo slogan dei fascisti, volevo uscire dal campo".
 
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Mucho Gusto 619
view post Posted on 2/10/2008, 16:28




Avevo avuto qualche dubbio in merito, ma così palese mai...
Mi dispiace per Fabio Cannavaro ma come direbbe Raz Degan al suo posto "sono fatti miei" e sono proprio fatti suoi...
 
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albertojuventino
view post Posted on 2/10/2008, 17:10




che vergogna
 
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giroandy79
view post Posted on 2/10/2008, 19:14




agghiacciante.il calcio e' morto anke per qsto.addirittura simpatizzanti di forza nuova e cuore nero....
 
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robertorifokkk
view post Posted on 3/10/2008, 20:32




gattuso che prima di spagna-italia parlava di omossessualità come malattia? Gigi Riva (proprio lui) candidato, poi ritirato, a destra al comune di cagliari? e già... ma i calciatori sono comunque scusabili, perchè sono dei poveri caproni che hanno dato slo calci a un pallone da appena nati, non sanno fare e capire nient'altro (ihih che cattivo)... non capiscono un cacchio nemmeno quelli simpatizzanti a sinistra come lucarelli, perchè, parliamoci chiaro, lo fanno per lo stesso identico motivo... son poveri fessi...
 
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Mucho Gusto 619
view post Posted on 3/10/2008, 21:46




CITAZIONE (robertorifokkk @ 3/10/2008, 21:32)
gattuso che prima di spagna-italia parlava di omossessualità come malattia? Gigi Riva (proprio lui) candidato, poi ritirato, a destra al comune di cagliari? e già... ma i calciatori sono comunque scusabili, perchè sono dei poveri caproni che hanno dato slo calci a un pallone da appena nati, non sanno fare e capire nient'altro (ihih che cattivo)... non capiscono un cacchio nemmeno quelli simpatizzanti a sinistra come lucarelli, perchè, parliamoci chiaro, lo fanno per lo stesso identico motivo... son poveri fessi...

In parte hai ragione, ma Lucarelli a livello di istruzione sarà anche ignorante, ma è di sinistra per un semplice motivo, viene da una famiglia di operai e ha sempre cercato con i suoi guadagni di aiutare quelli che stano peggio di lui... per gli "amici" di destra queste sono cose abominevoli...
 
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Kairos2008
view post Posted on 9/10/2008, 17:58




Compagno lucarelli investe il denaro anche per salvare situazioni sociali difficili...ricordiamolo...
 
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robertorifokkk
view post Posted on 9/10/2008, 18:05




Uhm... anche Flavio Briatore fa molta beneficienza (anche molti attori holliwoodiani, etc.).... questo non fa di lui un comunista :D... vabbè cmq lucarelli si salva... ma sta di fatto cmq che politica e calcio non devono essere mischiate... e la creazione di gruppi ultras che si rifanno in qualche modo alla sinistra o al comunismo (alla politica in generale) è un po' scandaloso
 
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albertojuventino
view post Posted on 9/10/2008, 20:50




e lo stesso discorso polita-chiesa. non si devono confondere in nessuno dei due casi, sia che si tratti di destra o di sinistra
 
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giroandy79
view post Posted on 15/10/2008, 19:22




Nei libri di storia mondiale del Novecento l’unico italiano sempre citato è Benito Mussolini. Godiamo la poco invidiabile fama di inventori del totalitarismo fascista. E’ un facile cortocircuito mediatico, dunque, quello architettato con sapienza organizzativa dal movimento di estrema destra Forza nuova, tramite la sigla “Ultras Italia”: rilanciare sul palcoscenico internazionale, attraverso le bandiere con la croce celtica e gli inni al Duce, la caricatura di un passato che non passa.
Basta un esiguo manipolo di violenti per propagare un messaggio di semplificazione brutale dell’identità. Lo spettacolo del professionismo sportivo, reso dai suoi campioni ormai definitivamente meticcio, come la finanza globale, si presta così a paradossali manipolazioni ideologiche. Nel football cosmopolita possono essere straniere le proprietà miliardarie, e lo sono quasi sempre i beniamini del pubblico. Ma non per questo le tifoserie rinunciano al campanilismo esasperato, e già da qualche anno l’estrema destra si cimenta nel tentativo di alimentare intorno alla Nazionale campione del mondo un patriottismo di stampo xenofobo. Nel 2005, a Palermo, toccò ai tifosi sloveni di essere aggrediti da “Ultras Italia” al grido demenziale di “Tito boia”.
Sbaglieremmo a liquidarlo come un fenomeno nostalgico, e non solo per la modernità dei veicoli di cui si avvale. Chi abusa del tricolore e accompagna col saluto romano il canto dell’inno nazionale, ha intuito il varco offertogli da una vera e propria campagna culturale scatenata per sminuire i valori costituzionali della Repubblica nata dalla Resistenza. Nessuno degnerebbe d’attenzione le folcloristiche dichiarazioni filofasciste del portiere del Milan, Filippo Abbiati, se l’equazione fascismo-patriottismo non trovasse ben più autorevoli propugnatori.
Ieri il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, è stato il primo a condannare la scorribanda nera di Sofia. Ma l’8 settembre scorso fu lui a esaltare l’eroismo dei repubblichini che combattevano le truppe anglo-americane nel 1943. Mentre il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, s’impigliava in un giudizio benevolo del regime mussoliniano fino al 1938.
Sia ben chiaro, l’Italia del 2008 non corre il pericolo di un ritorno al fascismo, e il nuovo capo della nazione non somiglia al vecchio neppure quando arringa la folla con la camicia nera. Ma sarebbe ingenuo spiegare il revisionismo storico propugnato da molti esponenti della destra come mera autoassoluzione della loro militanza giovanile.
Sono navigatori con il vento in poppa. E’ l’istinto politico che li sospinge a mettersi in sintonia con delle pulsioni largamente diffuse nel loro elettorato: l’esaltazione del patriottismo come necessità prevalente sull’osservanza delle regole democratiche; la difesa dell’italianità dal pericolo di contaminazione identitaria; il bisogno d’autorità.
Il neofascismo da stadio è una traduzione artificiale, simbolicamente trasgressiva, di questa rinascita del pensiero reazionario. Politicamente mette in imbarazzo il governo di destra, proprio come lo imbarazzano certe intemperanze razziste dei vari Borghezio e Gentilini. Eppure vengono tollerati perchè si tratta di messaggi funzionali a rappresentare sentimenti comunitari, il mito di un Popolo che si riscopre unito “contro” le insidie esterne. Anche allo stadio, intorno ai suoi campioni nazionali, così come sul territorio “invaso” dagli stranieri, e oggi magari contro i plutocrati dell’economia globale.
Quanto sia pericoloso legittimare l’ostilità contro il meticcio che inquina la purezza della nazione, lo ha scoperto negli Usa il candidato repubblicano John McCain che ha scelto coraggiosamente di sfidare l’impopolarità pur di condannare le intemperanze verbali scagliate dai suoi sostenitori all’indirizzo di Barack Obama. Nulla di simile in Italia. Con la lodevole eccezione di Gianfranco Fini, la destra sembra preoccupata solo di minimizzare i segnali crescenti d’intolleranza.
Col bel risultato di rappresentare sulla scena internazionale un’Italia infastidita dalle critiche europee e vaticane per la sua politica anti-immigrati. Che liquida come obsoleta, catto-comunista, la sua Costituzione, in virtù del successo elettorale conseguito dalle componenti nazionaliste e xenofobe della destra.
In questo clima culturale, l’esaltazione del fascismo tollerata da anni negli stadi di calcio pare quasi una ciliegina sulla torta. Brutto scherzo, ma c’era da aspettarselo
Lippi, una vergogna nazionale
di Emilio Carnevali

“Come si può non essere contro il nazismo?”: se lo è domandato Moni Ovadia dopo aver saputo che Marcello Lippi si era ritirato dal progetto cui aveva dato inizialmente disponibilità, ovvero la lettura di alcuni passi sulla Shoah (brani di Primo Levi, per la precisione) per un dvd da distribuire nelle scuole. Tra i testimonial del progetto anche il cantante Jovanotti e gli attori Antonio Albanese e Nicoletta Braschi.
Ieri infatti Lippi ha fatto dietrofront: “Ho letto e ho sentito che dovrei parlare di nazismo e di fascismo”, ha dichiarato Lippi lamentando il fatto che con Ovadia si era parlato solo di “razzismo”. “Sto nel calcio da quarant’anni e non mi sono mai schierato politicamente né intendo farlo ora: quando avrò smesso con questo mestiere potrà darsi che ci pensi ma finché alleno non mescolo la politica allo sport”.
Quindi schierarsi contro il nazismo e il fascismo significa "schierarsi politicamente"? Il rifiuto del fascismo è sancito dalla nostra Costituzione, e dunque è contenuto in quel patto sociale pre-politico che prescinde da ogni schieramento di parte. Sembra incredibile, come ha detto Ovadia, che esista gente che non se la sente di schierarsi contro ogni tipo di razzismo e di fascismo.
Eppure forse ha ragione Lippi (Campione del mondo nel calcio e nello squallore) e ha torto Ovadia. Nell’Italia di oggi dichiararsi contro il fascismo e il nazismo significa davvero schierarsi da una parte. Sembra incredibile, ma pare proprio che sia così.
E allora, se proprio dobbiamo schierarci, questa sera... Forza Montenegro!
 
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albertojuventino
view post Posted on 15/10/2008, 20:41




è vero
 
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giroandy79
view post Posted on 19/10/2008, 12:13




zampagna e' di sinistra,e fa beneficienza,per info.
 
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albertojuventino
view post Posted on 19/10/2008, 15:31




non sapevo che zampagna è di sinistra
 
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giroandy79
view post Posted on 21/10/2008, 19:05




si si lo so per certo.ha dikiarato ke viene da una famiglia umile,andava agli allenamenti con una vekkia auto del padre (fiat tipo) e nn puo dimenticare le sue origini e aiutare gli altri meno fortunati
 
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13 replies since 2/10/2008, 15:25   263 views
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